Alimentazione, microbiota intestinale e Alopecia Areata
IL FOLLICOLO DEL CAPELLO
Il follicolo del capello è una delle strutture più metabolicamente attive del nostro corpo, è quindi inevitabile che la quantità e la qualità dei nutrienti che raggiungono il cuoio capelluto contribuisca a determinare lo stato di salute dei capelli. Elementi fondamentali per la costruzione del fusto sono per esempio amminoacidi (come la lisina e l’arginina), minerali (come lo zinco) e vitamine (come la biotina).
Quando si parla di Alopecia Areata la situazione si complica, perché l’alimentazione non solo fornisce il corretto apporto di nutrienti per la formazione del fusto, ma ha un ruolo ancora più importante di regolazione del sistema immunitario attraverso il microbiota, intestinale e cutaneo.
IL MICROBIOTA INTESTINALE
Il microbiota rappresenta l’insieme dei microrganismi (batteri, virus, funghi, protozoi) che popolano il nostro corpo, in un rapporto simbiotico chiamato eubiosi all’interno del quale entrambe le parti traggono grandi benefici. La maggior parte di questi microrganismi è localizzata a livello dell’intestino. La flora batterica può essere “buona” (Lactobacilli, Bifidobatteri, Escherichia coli) o “cattiva” (Clostridium difficilis, Campylobacter, Enterococcus faecalis) e l’equilibrio tra queste due componenti è fondamentale affinché il microbiota svolga le sue importanti funzioni:
- Produzione di energia per l’organismo
- Regolazione del sistema immunitario
- Integrità della barriera intestinale
- Protezione nei confronti dei microrganismi patogeni
Lactobacilli e Bifidobatteri sono grandi produttori di acidi grassi a catena corta (SCAF), come il butirrato, l’acetato e il propionato, che rappresentano la maggior fonte di energia per le cellule dell’epitelio intestinale e di sostegno per la barriera mucosa; hanno inoltre un’importante azione anti-infiammatoria, locale e sistemica.
L’equilibrio del microbiota intestinale dipende da molti fattori, come l’ambiente in cui si vive, l’utilizzo di farmaci, lo stile di vita (es: l’attività fisica) e soprattutto la dieta. Quando c’è un’alterazione del microbiota intestinale, le sue funzioni vengono compromesse, quindi anche la risposta immunitaria può essere deregolata.
MICROBIOTA INTESTINALE, DIETA E ALOPECIA AREATA
La dieta può influenzare l’eubiosi modificando la composizione del microbiota.
Ogni categoria di alimenti ha effetti diversi sull’insieme dei microrganismi che popolano il nostro intestino:
LE PROTEINE: proteine animali (carne, pesce, formaggi) e vegetali (legumi) hanno effetto opposto sulla flora intestinale, le prime riducono la quantità di batteri “buoni” e la produzione di SCFA, favorendo l’insorgenza di patologie cardio-vascolari (CVD) e di Malattie Infiammatorie Intestinali (IBD), le seconde il contrario.

I GRASSI: i grassi saturi favoriscono la colonizzazione da parte dei batteri “cattivi”, con sviluppo di infiammazione e riduzione della sensibilità all’insulina (fattore di rischio per l’insorgenza del diabete); i grassi monoinsaturi (MUFA), contenuti in olio d’oliva, avocado, nocciole, e poliinsaturi (PUFA), presenti in pesce azzurro, semi di lino, noci, possono al contrario controllare l’infiammazione dell’organismo e ridurre i livelli di colesterolo.

I CARBOIDRATI DIGERIBILI: vengono enzimaticamente degradati nel piccolo intestino, includono amidi e zuccheri, come glucosio, fruttosio, sucrosio e lattosio. Una dieta ricca di ZUCCHERI raffinati ha dimostrato importanti alterazioni del microbiota:
- Diminuzione della sua biodiversità
- Stimolazione della sintesi di clostridi e bacilli
- Significativa diminuzione di Lactobacillus sp.
- Infiammazione intestinale
I dolcificanti artificiali (saccarina, aspartame) hanno dimostrato un effetto sul microbiota peggiore dello zucchero, con riduzione della quantità di Lactobacilli e Bifidobatteri e aumento dei Clostridia.
I CARBOIDRATI NON DIGERIBILI: non sono enzimaticamente degradati nel piccolo intestino, ma raggiungono il grande intestino dove vengono fermentati dai microorganismi residenti. Sono fonte di “microbiota accessible carbohydrates” (MACs), utilizzati dai microrganismi come fonte di energia e come fonte di carbonio. Sono rappresentati dalle fibre (cereali integrali, verdura, frutta, legumi) e dagli amidi resistenti (banane acerbe, lenticchie, fagioli). Hanno un effetto benefico sul microbiota intestinale, favorendo la sintesi di Lactobacilli e Bifidobatteri e riducendo quella dei Clostridia.
Sono stati fatti molti studi di confronto tra diversi tipi di dieta e le modificazioni del microbiota; in particolare, i maggiori dati che si hanno a disposizione riguardano il raffronto tra la western diet, caratterizzata da gradi quantità di proteine animali, zuccheri raffinati e grassi saturi, e la dieta mediterranea, in cui invece prevalgono frutta, verdura, legumi, pesce. I risultati mettono in evidenza i benefici della dieta mediterranea, tra cui la riduzione dei livelli lipidici, la protezione verso l’infiammazione e il controllo dello stress ossidativo; in particolare, la dieta mediterranea favorisce l’aumento di F.prausnitzii, riconosciuto tra i principali produttori di butirrato e con proprietà anti-infiammatorie.

Per quanto riguarda l’Alopecia areata, la prima intuizione sul possibile coinvolgimento del microbiota nella sua patogenesi nasce dall’osservazione che i pazienti con Malattie Infiammatorie Intestinali (IBD) che avevano anche Alopecia Areata in fase attiva e si sottoponevano a trapianto fecale, mostravano una ricrescita completa dei capelli. Studi successivi sul microbiota intestinale di pazienti con questa patologia hanno evidenziato una disbiosi specifica, in particolare un aumento dei Proteobacteria ed una riduzione dei Firmicutes.
IL TRAPIANTO FECALE
È una metodica sperimentale messa a punto per i pazienti con IBD che consiste nel prelievo di microbiota intestinale da un individuo sano e l’inserimento, mediane sondino naso gastrico, di questo microbiota in un soggetto con IBD, dopo terapia antibiotica ad ampio spettro. Il ripopolamento del tratto intestinale con microbiota sano ha dimostrato remissione dei sintomi delle IBD e controllo delle infezioni intestinali da parte di Clostridium.
Il microbiota intestinale potrebbe quindi rappresentare un target per la terapia dell’Alopecia Areata. Ulteriori studi sono necessari per definire una dieta specifica per questa patologia, ma ecco alcuni consigli utili per il mantenimento dell’eubiosi intestinale:
- Una dieta ricca di frutta, verdura e fibre è spesso associata ad una maggiore ricchezza e diversità del microbiota;
- Un’alimentazione ricca in cereali integrali (frumento, riso, mais, avena, farro) fornisce i substrati ideali per la proliferazione dei batteri “buoni”, come i Lactobacilli e i Bifidobatteri.
ALOPECIA AREATA E MACRONUTRIENTI
Nei pazienti celiaci con Alopecia Areata, la dieta gluten-free ha portato a risoluzione clinica nel 70.9% dei casi; la dieta priva di lattosio ad oggi non ha evidenziato benefici.
ALOPECIA AREATA E MICRONUTRIENTI
I micronutrienti si suddividono in vitamine e minerali. Se presenti in difetto, possono contribuire allo sviluppo dell’Alopecia Areata attraverso:
- La deregolazione della funzione delle cellule immunitarie
- La deregolazione della loro funzione come coenzimi per la sintesi del DNA
- Lo squilibrio del rapporto tra attività ossidante e anti-ossidante
In particolare, alcuni studi hanno evidenziato una carenza di vitamina D, zinco e folati nei soggetti con Alopecia Areata, il che suggerisce che ci sia una moderata evidenza scientifica per una loro supplementazione in chi ne fosse carente.
SALE E ALOPECIA AREATA
Alcuni studi hanno dimostrato che una dieta ricca di sale può creare uno shock osmotico in grado di indurre il rilascio di mediatori dell’infiammazione, che attiverebbero in modo non corretto il sistema immunitario, favorendo le recidive di Alopecia Areata. Tali studi suggeriscono quindi un ridotto consumo di sale quotidiano.
CONCLUSIONI
Non è possibile ad oggi definire una dieta specifica per l’Alopecia Areata, soprattutto vista la grande variabilità inter-individuale che il microbiota intestinale rappresenta. Per le conoscenze attuali, quello che suggeriamo ai nostri pazienti è di dosare la concentrazione ematica di Vitamina D e Zinco, preferire una dieta mediterranea povera di sale e tenere un diario alimentare in cui segnalare l’eventuale comparsa di sintomi post-pasto (gonfiore addominale, diarrea, cefalea, mal di stomaco) in modo da poter stabilire, insieme al proprio medico, eventuali personali cibi da evitare per mantenere in salute il microbiota intestinale e di conseguenza anche il sistema immunitario.
IL DIARIO ALIMENTARE
Colazione: |
latte di riso + fette biscottate con marmellata |
Nessuna reazione |
Spuntino: |
yogurt bianco |
Nessuna reazione |
Pranzo: |
strozzapreti con pesto di zucchine |
Nessuna reazione |
Spuntino: |
1 pesca |
Nessuna reazione |
Cena: |
pizza con mozzarella e melanzane grigliate |
Gonfiore e mal di stomaco |
Dopo cena: |
albicocca |
Nessuna reazione |

Contenuto a cura di:
Dott.ssa Anna Trink
Dermatologa